A noi la battaglia, a Dio la Gloria

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lunedì 14 giugno 2010

Cosa è il "sodalitium pianum".



Ogni buon cattolico sa che non vi è di più pericoloso e grave in un epoca, che la decadenza e l’inadeguatezza di certo clero. La Chiesa non è un associazione qualsiasi, ma è la porta che spalanca la salvezza eterna delle anime. Gli aspetti della crisi, e non è questa la sede per analizzarli, dipende da molti fattori ma certamente tutti dipendono da una mancanza di fede. Spesso un po’ arrabbiati ci si chiede, ma perché il papa non prende dei provvedimenti?
Proprio in questi ultimi mesi a tal uopo mi ha illuminato una lettera che ho ricevuto dall’amico Prof. Agostino Sanfratello dal Libano. Ho capito degli ingranaggi e dei meccanismi che purtroppo intrappolano anche le buone intenzioni. Vi riporto subito ciò che scrive Sanfratello:


“[…]Benedetto XVI ha manifestato fin dall'inizio del suo pontificato il desiderio di emulare una delle "Fatiche di Ercole": "Ripulire le stalle"vaticane ed ecclesiali. Ricorderai certamente, Guglielmo, la sua esclamazione, commentando la nona stazione della "Via crucis", il venerdì santo del 2005. "Via crucis" che ha preceduto di poco la sua ascesa al pontificato: "Quanta sporcizia nella chiesa!".

Ma ho l'impressione che a ripulire le stalle ecclesiali e vaticane Benedetto XVI farà molta fatica, sempre che ci riesca.
Da quando infatti, subito dopo la morte di san Pio X, "Sodalitium pianum" fu indotto ad autosciogliersi (non avendo ricevuto la desiderata approvazione canonica di "Istituto secolare"), il papa e i collaboratori immediati di sua stretta fiducia, per essere informati, dispongono grosso modo solamente, in tutto il mondo, di ciò che viene loro comunicato per "linea gerarchica". Cioè dispongono grosso modo delle sole informazioni -- di cui non possono generalmente controllare l'attendibilità -- che giungono loro dalla "linea gerarchica" e"ufficiale" costituita dalla grande burocrazia curiale vaticana, dai nunzi, dai patriarchi, dai vescovi ed eventualmente dai superiori di grandi ordini religiosi.
Il "Sodalitium pianum", ottimo organismo di "informazioni ecclesiali" (in votis destinato a essere riconosciuto canonicamente come nuovo "Istituto secolare"), era stato costituito nel 1909 da mons. Umberto Benigni in aiuto di san Pio X nella sua guerra contro la cancrena modernista e la sua metastasi interna alla Chiesa.

Aggredito da ogni parte dalle calunnie moderniste e ormai privo -- dopo la sua morte, il 20 agosto 1914 -- del suo alto protettore, san Pio X, solamente un anno dopo, nell'agosto del 1915, al Sodalitium pianum fu permesso di riprendere le sue attività. Non con generoso e pubblico sostegno, ma solo in ambito drasticamente ridotto e tra mille ostilità provenienti dall'esterno e dall'interno stesso del Vaticano. Imbavagliato e strangolato dai limiti imposti alla sua azione e dalla bassezza diserzione dei , il Sodalitium fu infine ingenerosamente sciolto d'autorità secondo il desiderio del card. Sbarretti all'imizio di dicembre del 1921.
Da allora ogni tossina modernista e settaria poté sciamare in segreto e senza ostacoli nel corpo della Chiesa, preparando in occulta incubazione, l'esplosione delle metastasi neomoderniste e massoni della stagione conciliare e postconciliare.

Da allora manca al papa, anche se dotato delle migliori intenzioni, l'equivalente di un "Sodalitium pianum".
Gli manca cioè lo strumento indispensabile di una "linea parallela" e riservata che sia in grado di informarlo -- con completezza, prontezza e affidabilità piene -- circa tutti e ognuno dei componenti sia delle gerarchie ecclesiali alte e basse, sia in genere del clero di ogni paese, così da permettergli di prevenire, fronteggiare, sanare e sanzionare ogni abuso e ogni infedeltà. Una "linea parallela" che permetta al papa anche e soprattutto di dominare perfettamente gli interi dinamismi -- la cui importanza è massima -- che hanno come esito le nomine episcopali. Dominare dunque perfettamente i dinamismi degli uffici, degli archivi legali (smantellando livelli illegali e segreti di archiviazione, destinati agli intrighi più torbidi), delle procedure di costruzione dei dossiers concernenti i candidati all'episcopato.

Senza un equivalente del "Sodalitium pianum", che d'altra parte non sarebbe facilissimo costruire in tempi brevi e in perfetta discrezione, da chi, infatti, potrebbe essere informato, il papa, se in qualche paese del mondo un candidato all'episcopato -- di cui venisse cucinato e ricucinato nell'apposito ufficio curiale un dossierpresentabile (generalmente con il concorso di molte altre mani vicine e lontane) -- fosse in realtà un indegno, sostenuto e promosso dai complici di oggi e dai ricattatori di domani? O se fosse un "acquirente"che ha letteralmente "comprato" l'episcopato? Da chi, dunque?
Forse dai complici del candidato indegno che, funzionari o prelati, stanno curando la "cosmesi di candidatura" del suo dossier?
Forse dagli alti e pii burocrati che nei cassetti di livelli illegali di archivi nascondono la documentazione con la quale tenere costantemente in pugno e ricattare un giorno i candidati indegni che vengono fatti salire?
Forse dai funzionari locali e romani che hanno "giustificato" e"coperto" la svendita (o le scandalose "concessioni") di beni della Chiesa, accumulati con sacrificio dai fedeli lungo i secoli?
Forse da coloro che a livelli diversi hanno incassato la tranche di loro spettanza della tariffa ordinaria di compravendita dell'episcopato?
Forse dai confratelli nell'episcopato che prestano omertosa assistenza agli illeciti traffici transazionali di tale o tal altro prelato?
E non parliamo delle cose peggiori e delle affiliazioni settarie.

In sintesi: Se un patriarca o un cardinale o un vescovo o un nunzio o comunque un funzionario della diplomazia vaticana o della burocrazia curiale fosse a qualsiasi titolo indegno, infedele e complice dell'indegnità e dell'infedeltà di altri, è da lui stesso e dai suoi complici e dalla loro comune "linea gerarchica" che verrebbe informato il papa?[…]”

Dopo aver meditato tutto ciò, dovremmo scoraggiarci? Giammai! Chi è attento sa che la Chiesa è costituita dal clero e dal popolo di Dio ed è stata sempre retta dalle anime sante che andavano a compensare le mancanze di altri; è proprio come succede in fisica con il principio dei vasi comunicanti. Chi regge la Chiesa sono le anime vittime, gli ammalati, le vecchiette che recitano il Santo Rosario, l’effusione del sangue dei martiri, gli ordini religiosi, gli eremiti, ecc. Questo basta per rassicurarci, ognuno di noi resti al suo posto e faccia la sua parte per combattere la buona battaglia. Ricordiamo sempre quella celebre affermazione di Santa Giovanna D’arco, quando interrogata la si voleva far cadere in eresia proprio al suo processo: “una cosa è la Chiesa e una cosa sono gli uomini di Chiesa!” Questo ci basti per non cadere nello scoraggiamento, nei giudizi affrettati, perché il giudizio, spetta solo a Dio, ricordiamo inoltre che la Barca di Pietro è la più attaccata perché è la vera Arca di Salvezza. Un ultima raccomandazione la vorrei fare a me stesso e agli altri: manteniamoci umili, non ostentiamo saccenterie esagerate affinché non diventiamo, specie agli occhi di chi oggi non crede, la caricatura di noi stessi, non spariamo sempre a zero su tutto, sarebbe ingiusto e contrario all’amore che soffia con lo Spirito Santo sempre e come vuole sugli uomini di buona volontà.

Sancte Michaele Arcangele defende nos in praelio!

Prof. Guglielmo Buonagiunto
Compagnia di San Michele

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