A noi la battaglia, a Dio la Gloria

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sabato 1 maggio 2010

DERIDIAMO LA RIVOLUZIONE


Chi mai potrà cessare dagli encomi del’’inclito napoleone egli assa-lì nell'Italia i suoi nemici, li vinse ed il suo nome risuonò per-
sino nell'Egitto non che in tutta l’Europa degno di essere celebrato al pari di un Ca
millo e di uno Scipione, cui dovrebbe cedere anche il magnanimo An-
nibale. Bene a ragionare il direttorio francese lo chiama l’ inclito la-borioso guerriero del secolo. Egli d’ingegno sublime e di maniere leggia-
dro degnamente prescelto al comando di Francia vinse con l’umili- are ed imporre ai vinti leggere condizioni. Fece fra tutte le nazioni innalz-
are la bella Italia e alzò le insegne della libertà, rovesciando la vene-
fica influenza del governo aristocratico con sostituire una ben forma-
ta Repubblica. Per questo solo meriterebbe di essere Im-ortale. Il segreto fuoco che serpeggiava fra quei miseri sudditi pro-
palato, egli fu al certo la rovina di quel governo . Amico siamo finalmente
felici. Senza un così prode eroe noi tutti sicuramente eravamo
precipitati, ridotti senza numerario, e senza giustizia, e in preda di una
orribile tirannia. L’Italia governata dall’empio Macchiavello sarebbe
Nazione barbara e feroce incapace di fede e di umanità. Voglia Iddio
Rimunerare l’invitto imperatore ed accrescere la sia forza, onde potersi
Chiamare nell’abisso i fabbri di tante miserie, e voglia il cielo illu-Strare di gloria la generosa ed invitta Nazione, che ha fatto tremare ed illu-
Minare tutti i suoi nemici per distruggere l’empietà e sollevare gli oppressi.

-ORA SI LEGGA SOLO IL GRASSETTO ( HA HA HA HAAA) -


(“adoprate le armi dei vostri nemici : se i ribelli fanno ridere a spese della fedeltà, i buoni facciano ridere a spese della rivoluzione” – Monaldo Leopardi op. cit. “Catechismo filosofico e catechismo sulle Rivoluzioni” ed. Fede e cultura pag. 13 --)

Monaldo Leopardi era il padre di Giacomo leopardi e dobbiamo credere che non sia conosciuto a livello scolastico per un pregiudizio anti cattolico infatti le sue idee sono le tipiche idee di un cattolico reazionario e sovversivo di quei tempi ma comunque onore all’ultimo spadifero d’ Europa che non volle abbandonare l’uso di portare la spada al fianco e il vestito pomposo nobiliare, perché diceva che un uomo, pur volendo, vestito a quella maniera non può scendere a bassezze e licenziosità….

Francesco Diana.

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