A noi la battaglia, a Dio la Gloria

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giovedì 3 giugno 2010


Pellegrinaggio a monte Vergine:
note e digressioni personali.



La tradizionale salita a Monte Vergine che nell’ultimo giovedì di Maggio parte da San Cipriano Picentino (SA) ed arriva fino al Santuario Monte Vergine di Avellino dura da almeno una cinquantina d’anni. Il percorso è di circa settanta chilometri, partono dalle prime ore del mattino (le tre – le quattro ) per arrivare alla Sacra vetta verso le otto di sera; Dal mio paese siamo stati in tre ad unirci al folto gruppo composto di due - trecento persone, non ci aspettavamo una partecipazione del genere e subito con il mio paesano esce fuori un commento : “ E chi lo sapeva ? Sono anni e anni che passano per un piccolo tratto di Montoro e nessuno ce lo ha mai detto…” Insieme circa la diagnosi del perché eravamo concordi nell’asserire che oggi giorno non si fa pubblicità né si mettono in evidenza le cose belle e buone, ecco diceva Eugenio siamo trecento di noi e nessuno ci cura né l’indomani se ne parlerà mentre invece basta che uno getta una pietra dal cavalcavia e per giorni se ne parlerà in radio e televisioni. Bene a ragione aveva stabilito Platone nella sua Repubblica quella regola pedagogica generale di non mettere mai in evidenza il male e l’errore e di parlarne solo quando necessario e nei casi in cui si può fare qualcosa per eliminarlo o diminuirlo. Mi chiedo ora, che necessità vi è di far vedere come quattro depravati all’interno di una casa video ripresa trascorrono il tempo ? oppure di parlare appena vi è occasione dell’ ultimo stupro in televisione ? Di questo passo negatività e pessimismo andranno a modificare in negativo la naturale percezione della realtà eppure la metafisica ci ricorda che ogni ente ( la cosa creata – ciò che è ) ha tre requisiti : buono - vero - bello e riguardo a ciò devo dire che il pellegrinaggio ha il merito di rammentare ben bene alla mente questa definizione metafisica del reale. Ora ritorniamo con i piedi per terra sulla strada del nostro pellegrinaggio dove di tanto in tanto si improvvisa qualche Rosario, a me nel dirlo piaceva non guardare nemmeno i volti dei miei sconosciuti compagni di preghiera, eravamo uno spirito solo e ciò a me bastava; Certo mi contristavano un po’ in certi momenti da parte di qualche persona l’indisciplina e l’inconsapevolezza dell’alta dignità di essere Cristiani-Cattolici : vesti succinte si vedevano di tanto in tanto qua e là ed uno svacca mento generale si produceva ogni volta che ci fermavamo nei luoghi di sosta e di riposo. Tuttavia la tempra di quelle persone era davvero buona ;Ad un uomo semplice, buono ed arcigno viene offerto del vino…risponde burbero e impacciato: Devo fare il fioretto della Madonna!. Con persone di tal fatta io poco ci parlo perché mi sembra quasi di inquinare la loro naturale e inconsapevole rettitudine morale con chiacchiere e sofismi inutili. Son sicuro che anche i più colti e fini di spirito avran trovato comodo adattarsi alla grettezza dell’ambiente (popolare-contadino) per lanciarsi senza timore e vergogna in grida sguaiate di giubilo e devozione verso la Santa Vergine. Non solo in percorsi montani percorrevamo il nostro pellegrinaggio ma spesso passavamo anche per i borghi abitati, siamo passati ad esempio per il corso di Avellino e lì mi sono commosso, cantavamo uomini e donne a cori alterni una lunghissima e antichissima canzone-preghiera di cui ecco qui qualche strofa (in italiano ) “ le donne : Andiamo con il fresco e con il sole, andiamo a trovare la Mamma schiavona – A piedi ad andare a piedi a tornare a Monte Vergine è bello andare; Gli uomini : Confessare e comunicare, l’anima nostra vogliamo salvare ; Le donne : O Madonna quanto sei bella, sei vestita da monacella; Gli uomini : Vestita di seta fina, facci la Grazia Madonna mia ecc.” Come era dolce e chiaro il coro delle donne e come era rumoroso e poco chiaro il coro degli uomini! e così come nel ballo di coppia il maschio muove i passi più che per divertirsi per vedere ballare e muoversi ancora la propria donna così noi eravamo spinti a cantare senza interruzione per udire ancora quelle candide voci; Cosa passasse poi per la mente delle donne non saprei dirvelo. Lì sul corso di Avellino mi sembrava di stare con gli insorgenti meridionali guidati dal Cardinale Ruffo che Postosi alla testa di 25.000 uomini, marciò sotto gli stendardi Sant’Antonio Glorioso attraverso tutto il Sud d'Italia per entrare finalmente vittorioso in Napoli nel 13 giugno 1799 ( festa di Sant’Antonio ). Mi è capitato di assistere durante simili ricorrenze popolari-Religiose all’infiltrazione di elementi sinistroidi e ideologici ma appena provarono a cantare il “bella ciao” furono malamente trattati dai vecchi del gruppo perché dicevano, i comunisti si rubano le terre ! Come pure spesso sono allontanati quelli che salgono al Santuario (spesso gli stessi) solo per ubriacarsi e suonare i tamburi e così il comunista che sogna di cavalcare l’onta del popolo viene espunto dallo spirito reazionario non ben calcolato del ceto popolare. Nel cammino con noi vi era anche un Sacerdote, purtroppo irriconoscibile dal suo abito borghese, molte persone non lo sapevano nemmeno e chissà quanti durante il tragitto si sarebbero accostati a lui per confessarsi se lo avessero saputo; Un tempo i Sacerdoti combattevano per strappare le anime dal demonio ma ora chissà con chi combattono, se combattono; Madonna mia donaci Santi sacerdoti e Sante famiglie !. Inoltrandoci dalle pendici del monte verso il Santuario troviamo un sentiero che si chiamo “lo scalzatoio” infatti lì i pellegrini erano soliti togliersi le scarpe e proseguire scalzi sulle aguzze pietre e diversi del nostro gruppo hanno offerto anche quest’ulteriore sacrificio alla Madonna. Giunti alla cima abbiamo sostato per quasi un’ora qualche centinaio di metri prima del Santuario nell’attesa dell’arrivo degli ultimi pellegrini ed a quel punto tutti ci siamo riuniti in processione, ci sentivamo così pieni di noi stessi…eppure ci eravamo svuotati del tutto (fino all’ultima goccia) ! Ma questo è normale e lo mette bene in evidenza la perenne Teologia di sempre per la quale - l’uomo è l’unica creatura che Dio ha voluto per se stesso – ecco che allora l’uomo quando si fa dono e tutto si offre per così dire “si ritrova” perché obbedisce ad un ordine superire-prestabilito di indirizzamento del proprio essere e trova la pace di chi fa la volontà di Dio. Siamo sempre con i piedi per terra (il freddo ce lo ricorda) e il momento più forte di tutta la giornata è appena iniziato, la vista del Santuario emoziona gli animi ; Lì davanti un centinaio di persone ci attende per non mancare a questo evento storico, ci ricompattiamo tutti in processione, parte la continuazione del canto con strofe aggiuntive che si dicono appositamente sul Santuario, giunti alla scala Santa i pellegrini mentre salgono baciano ogni gradino. Questo momento visto dal basso crea un effetto scenico bellissimo, sembra una rama dam in movimento e in salita e non è finita! Al primo gradino dell’entrata ci si inginocchia e ginocchioni a terra si procede sempre cantando fino all’altare ....Anche le litanie seguivano o alternavano il canto, erano intonate in un latino sbiascicato ma tutti rispondevano, tanto che fa ! anche se non si capisce l’importante è entrare nella dimensione della preghiera, sentirsi vicino a Dio questo è quello che conta. Celebravano la Messa i Sacerdoti Benedettini del luogo; Il predicatore intronatosi in una sedia al posto di Gesù nel Tabernacolo farà una predica sulla falsa riga della contrapposizione Gesù - Maria. In pratica dirà che se avevamo fatto tutto quel pellegrinaggio solo per fare un voto alla Madonna e non per chiederle di farci amare di più Gesù non sarebbe servito proprio a niente…a niente capite ? spero si tratti di parole pesate poco bene perché il Cristo della fede non è mai separato da Maria, è scontato che la Madonna ci porta a Gesù, noi lodiamo Maria e Maria loda Gesù proprio come ci fa notare il Montfort commentando la visita di Maria S.S. a Santa Elisabetta; Se Elisabetta non avesse lodato Maria dice il Montfort non si sarebbe innalzato al cielo quel magnifico inno di ringraziamento al Signore che è il Magnificat. Se noi ci mettiamo spesso alla presenza spirituale della Madonna con la preghiera Lei si darà presto da fare per creare in noi i lineamenti spirituali di Cristo suo Figlio rendendoci così accetti a Dio, è la Cristi - formatrice ! Quale contrapposizione dunque tra Cristo e Maria ?! Come diceva Paolo sesto se vogliamo essere Cristiani dobbiamo essere Mariani. In ogni caso il fervore di quelle persone era inamovibile e alla fine della Messa come vuole l’usanza siamo usciti al contrario senza mai togliere lo sguardo da quel miracoloso e benedetto quadro della Madonna di Monte Vergine. Almeno cinque i pullman per riaccompagnarci a casa, l’anno prossimo ritorneremo e se non ritorneremo abbiamo già implorato con il canto “ Se l’anno prossimo non torno – Madonna mia non ti scordar di me ”. è certo quindi che in un modo o nell’altro saremo sotto l’influsso benefico della nostra buona Madre Celeste e ciò basta a radicarci con certezza nella speranza del raggiungimento della nostra meta ultima : Dio!

Francesco Diana.

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